
CHIARA SANGIOVESE
Inizio a ballare, come quasi tutte le bambine, con un corso di danza classica.
Una parte di me tuttavia cerca altro; mi allontano e mi butto a capofitto nel karate. Ad oggi sento fortissima l’ influenza dell’arte marziale sul mio modo di vivere ed essere ballerina - nella ricerca di un movimento che non sia solo estetico ma diretto e potente.
Torno alla danza e studio per diversi anni Kuchipudi (prima vera "madre" coreutica) presso la Sruti Kuchipudi Indian Dance School diretta da Chitrangeee Uppamah. Successivamente, alla ricerca di forme artistiche meno codificate e più personali, mi innamoro del raqs sharqi e dal 2005 comincio un lungo percorso di approfondimento sulla danza e cultura araba. Studio a Torino formandomi presso il Tappeto Volante e il centro Aziza e a Milano, collaborando con il centro Zagharid di Jamila Zaki.
Nel frattempo scopro il Tribal Fusion, a cui mi dedico totalmente. Nel 2010 entro a far parte di De Nova Luce di Francesca Pedretti, con cui lavoro e mi esibisco in Italia e nel mondo (tra i palcoscenici più importanti Roma, Parigi, New York).
Il passaggio a queste nuove forme di contaminazione mi consente di scoprire una possibilità: quella di modellare un patrimonio tradizionale per dar corpo a stratificati mondi interni, trasformando il lessico di una danza antica in una realtà palpitante e in continua evoluzione.
La mia curiosità è a trecentosessanta gradi, e mi porta a non abbandonare mai la tecnica classica/folclorica, a prender parte a produzioni eclatanti e maggiormente commerciali (collaborando con Jillina e le Bellydance Superstar a Sydney)… ma la mia strada si struttura seguendo i binari sperimentali della contaminazione.
Incontro la contact improvisation e seguo il Maestro Roberto Lun. Parallelamente nasce in me l’interesse per la destrutturazione del movimento, con il fine di far riemergere l’importanza del corpo quale canale integro e universale di comunicazione. Completo i miei studi presso la Scuola di formazione in danzaterapia Risvegli Maria Fux, approfondendo le applicazioni sociali e terapeutiche del movimento.
Mi dedico da alcuni anni all’insegnamento in classi integrate con disabilità fisica e mentale.
Il mio modo di vivere, insegnare e portare in scena la danza è oggi fortemente influenzato questa formazione e delle forme di improvvisazione contemporanee, e coniuga una forte tecnica tradizionale all’ascolto, l’espressività e la verità del corpo.
